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Il suolo è una risorsa non rinnovabile

La sua conservazione è fondamentale per la sicurezza alimentare e il nostro futuro sostenibile







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    Book (stand-alone)
    Il suolo è fondamentale per la vegetazione dalla quale si ricavano mangimi, fibre, carburanti e sostanze medicinali 2015
    Un suolo sano è essenziale per garantire la crescita della vegetazione spontanea e coltivata, dalla quale derivano mangimi, fibre, carburanti e sostanze medicinali. Inoltre, la flora fornisce altri servizi ecosistemici, come la regolazione del clima e la produzione di ossigeno. Tra il suolo e la vegetazione si instaura un rapporto di reciprocità. I terreni fertili promuovono la crescita delle piante, fornendo loro sostanze nutritive, acqua e un substrato in cui affondare le radici. In cambio, la vegetazione, la copertura arborea e le foreste prevengono la degradazione e la desertificazione stabilizzando il terreno, alimentando il ciclo dell’acqua e dei nutrienti, e riducendo l’erosione idrica ed eolica. Poiché la crescita economica globale e i cambiamenti demografici hanno comportato uno sfruttamento maggiore della flora e una domanda maggiore di foraggi e sottoprodotti di origine vegetale (come il legno), il terreno ha subito forti pressioni e il rischio di degradazione è aumentato no tevolmente. La gestione sostenibile della vegetazione (foreste, pascoli e praterie) non solo è in grado di aumentare la produzione dei sottoprodotti sopracitati (tra cui legname, foraggio per gli animali e cibo), ma può soddisfare anche le esigenze della società preservando il terreno per le generazioni attuali e future.
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    Book (stand-alone)
    Aziende agricole a conduzione familiare produttrici di mele nell’Alto Adige: un caso di studio sull’innovazione nell’agricoltura
    Occasional Paper sull’innovazione nell’agricoltura a conduzione familiare
    2014
    Also available in:

    La produzione di mele in Alto Adige è un esempio efficace di un vivace sistema innovativo in ambito agricolo. Una struttura collaborativa e pluralistica, che coinvolge attori privati e pubblici, organizzazioni di produttori a vari livelli, cooperative, centri di ricerca, servizi di consulenza e divulgazione, tutti orientati a integrare i piccoli produttori di mele in un sistema efficiente, redditizio e altamente produttivo. Oggi la produzione di mele è la principale attività agricola a conduzion e familiare dell’Alto Adige, praticata su una superficie totale di 19.000 ha e suddivisa in aziende titolari di appezzamenti medi di 2,5 ha. Ben il 95% dei coltivatori è associato a una cooperativa. Oltre 8.000 piccoli produttori si sono consociati in cooperative, a loro volta raccolte in due principali consorzi. Le piccole aziende agricole altoatesine producono attualmente il 50% delle mele che raggiungono il mercato italiano, mentre la percentuale è pari al 15% per il mercato europeo e al 2% p er il mercato globale. La cultura cooperativistica, la varietà di servizi offerti, la molteplicità delle figure coinvolte e la loro dinamicità nel sistema rappresentano un ottimo esempio per conoscere le dinamiche dell’innovazione in agricoltura. Il presente rapporto illustra l’evoluzione di questo sistema di innovazione agricola e analizza i fattori che hanno innescato e stimolato l’innovazione nel settore della produzione delle mele in Alto Adige.
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    Book (stand-alone)
    Rafforzare la Resilienza Dell’agricoltura alle Calamità Legate a Rischi Naturali
    Approfondimenti da studi di casi nazionali
    2021
    Also available in:

    Il settore agricolo sta affrontando shock e stress senza precedenti. Negli ultimi anni, le calamità provocate da rischi naturali hanno spaziato da potenti tifoni nel sud-est asiatico a stagioni di uragani atlantici più attivi, gravi siccità in molti Paesi ed enormi sciami di locuste del deserto nei Paesi del Grande Corno d'Africa, della penisola arabica e dell'Asia sud-occidentale. Il cambiamento climatico sta aumentando la frequenza e l'intensità di questi eventi, causando perdite di produzione, danneggiando terreni e proprietà nei settori agricoli e minacciando i mezzi di sussistenza in tutto il mondo. Di fronte a queste tendenze, un approccio "business-as-usual" alla gestione dei rischi di disastro non sarà sufficiente per permettere all'agricoltura di affrontare la triplice sfida di fornire cibo sicuro e nutriente a una popolazione globale in crescita, garantire mezzi di sussistenza sostenibili alla catena agroalimentare e gestire in modo sostenibile le risorse naturali della terra. I semplici tentativi di ripristinare il precedente stato delle cose rischiano di perpetuare le vulnerabilità del settore. Questo rapporto congiunto OCSE-FAO, finanziato dal governo italiano e risultato della presidenza italiana del G7 nel 2017, presenta un approccio basato sulla resilienza per gestire gli impatti delle calamità legate a rischi naturali. Dimostra che passare da un approccio di gestione del rischio a un approccio di resilienza significa sottolineare l'importanza della pianificazione per prevenire e mitigare gli impatti negativi delle calamità prima che si verifichino, permettendo agli agricoltori di essere maggiormente preparati a riprendersi dalle calamità e aiutando il settore ad adattarsi e trasformarsi in modo da essere meno vulnerabile alle calamità future. Il rapporto si basa su sette case study su Cile, Italia, Giappone, Namibia, Nuova Zelanda, Turchia e Stati Uniti per esaminare gli accordi di governance, le misure politiche e le strategie a livello di azienda agricola che i governi, gli agricoltori e gli altri portatori di interesse del settore agricolo stanno già utilizzando per rafforzare la resilienza del settore alle calamità legate a rischi naturali. Offre spunti e raccomandazioni concrete su come i Paesi, a prescindere dal loro grado di sviluppo, possano rafforzare la resilienza dell’agricoltura alle calamità legate a rischi naturali e permettere al settore di continuare a svolgere un ruolo decisivo nel contribuire allo sviluppo sostenibile.

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